QUAQUANANA

Gigliola Tebaldi & tamajano
Biennale Internazionale Arte Plurale
Palazzo della Promotrice delle Belle Arti
Torino (12 novembre – 21 novembre 2009)
plexiglas, carta, pigmento e colla su faesite

Sintesi del percorso e del progetto
(dal modulo di iscrizione alla Biennale)

Innanzitutto, il titolo dell’opera: Quaquanana. Quaquanana è u­na delle poche parole che Gigliola pronuncia e, come in tutti i linguaggi sintetici, assume numerosi significati. Quaquanana è infatti un’amore, una bellissima emozione che nasce da un incontro, è l’Altro al quale Gigliola tende senza timore e senza censure con tutta se stessa. Quaquanana è anche il nome del forte legame che ha unito me e Gigliola in tutti questi anni, molti dei quali passati quotidianamente insieme al Centro Diurno “Aquilone”, dove io ho lavorato per sei anni (fino al 2005).
Conoscere Gigliola è stato per me una conferma, la certezza che dovevo prendermi sul serio e prendere sul serio quel modo di vedere e di stare nel mondo, che solo qualche volta e con molto timore lasciavo emergere. E’ da quel momento infatti che ho iniziato a dipingere con autentica convinzione e continuità. Il nostro re-incontro, per questo lavoro, è stato un’esperienza di risonanza profonda. Difficile per me riassumere un’esperienza cosi forte a parole, quando proprio la non necessità di quest’ultime ne ha caratterizzato l’unicità.
Arrivando al progetto che vi presentiamo, ho proposto a Gigliola di venire al mio studio e di raccontare a voi Quaquanana, e in particolare di farlo come per noi è stato da subito cosi spontaneo e divertente: giocare a completarsi, senza introduzioni o spiegazioni. Ci siamo così visti due volte alla settimana per un mese. Niente di ciò che è avvenuto da qui in poi era nella nostra mente prima di vedere il lavoro dell’altro. C’era solo la voglia di riviversi un bel mese di intima complicità, dando per scontato che tutto ciò che ne fosse venuto fuori, proprio in virtù di come naturalmente lo vivevamo, sarebbe stato credibile ed emozionante. A conferma della risonanza che ogni volta che ci incontriamo emerge, anche il risultato di questo nuovo incastro non poteva essere simbolicamente più chiaro, “lei ha dato voce e contenuto alla mia ricerca” (prima parte del dittico, cuori rossi su carta) e “io ho rappresentato un interlocutore e una risposta al suo messaggio” (seconda parte del dittico, acrilico e graffi bianchi su pléxiglas).
Quaquanana ci è subito sembrata perfettamente rappresentata. Molto soddisfatti ci siamo presi un caffè e siamo andati a mangiare una pizza.